Il rigetto del visto di ingresso o turistico
“La richiesta è stata presentata con il solo fine di consentire l’ingresso in Italia del richiedente.”
“Il richiedente non ha risposto con sicurezza alle domande.”
“Il richiedente non conosce i familiari della moglie per cui ha chiesto il ricongiungimento.”
Ecc. ecc.
Sono solo alcuni dei motivi che portano le autorità diplomatiche italiane a negare il visto di ingresso all’esito di una parziale e superficiale valutazione della documentazione presentata dal richiedente.
Cosa serve per avere il visto turistico
L’autorità diplomatica, al momento del rilascio del visto d’ingresso, verificherà che lo straniero abbia:
- la giusta documentazione che conferma le motivazioni e le condizioni del soggiorno;
- il possesso di mezzi economico-finanziari per il proprio sostentamento in Italia e per il rientro in patria.
Inoltre si attiveranno diversi accertamenti relativamente alla situazione personale del richiedente nel proprio Paese di origine. Ad esempio, se si chiede un visto turistico, l’Ambasciata italiana interessata vorrà conoscere la situazione lavorativa (che deve essere stabile) del richiedente nel proprio Paese di origine.
Verificherà inoltre che via sia un conto corrente aperto e non vuoto, oltre a tante ulteriori verifiche.
Sostanzialmente l’autorità diplomatica verificherà che il richiedente abbia interesse a rimanere nel proprio Paese e che la richiesta di visto non sia strumentale a voler rimanere in Italia.
Le Ambasciate sono chiamate a reprimere il rischio migratorio, quindi le richieste di visto turistico presentate da soggetti senza lavoro o senza interessi nel proprio Paese, hanno alte probabilità di essere rigettate.
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Il rischio migratorio è, infatti, uno dei motivi di diniego più diffusi: le Ambasciate possono ritenere che la richiesta di visto sia strumentale a rimanere in Italia.
Per conoscere più nel dettaglio i documenti di cui hai bisogno, puoi fare una simulazione direttamente sul sito del Ministero degli Esteri, indicando la tua cittadinanza, il paese di stabile residenza, nonché la durata e la motivazione del soggiorno in Italia, troverai le indicazioni sui documenti da presentare per ogni tipologia di visto.
Motivi per cui il visto di ingresso viene rifiutato
In virtù dell’art. 32 del Regolamento (CE) N. 810/2009 che istituisce un codice comunitario dei visti, il visto può essere rifiutato se il richiedente:
- presenta un documento di viaggio falso, contraffatto o alterato;
- non fornisce la giustificazione riguardo allo scopo e alle condizioni del soggiorno previsto;
- non dimostra di disporre di mezzi di sussistenza sufficienti, sia per la durata prevista del soggiorno sia per il ritorno nel paese di origine o di residenza oppure per il transito verso un paese terzo nel quale la sua ammissione è garantita, ovvero non è in grado di ottenere legalmente detti mezzi;
- ha già soggiornato per tre mesi, nell’arco del periodo di sei mesi in corso, sul territorio degli Stati membri in virtù di un visto uniforme o di un visto con validità territoriale limitata;
- è segnalato nel SIS al fine della non ammissione;
- sia considerato una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza interna o la salute pubblica, quale definita all’articolo 2 paragrafo 19, del codice frontiere Schengen, o per le relazioni internazionali di uno degli Stati membri e, in particolare, sia segnalato nelle banche dati nazionali degli Stati membri ai fini della non ammissione per gli stessi motivi;
- non dimostra di possedere un’adeguata e valida assicurazione sanitaria di viaggio, ove applicabile;
- qualora vi siano ragionevoli dubbi sull’autenticità dei documenti giustificativi presentati dal richiedente o sulla veridicità del loro contenuto, sull’affidabilità delle dichiarazioni fatte dal richiedente o sulla sua intenzione di lasciare il territorio degli Stati membri prima della scadenza del visto richiesto.
Cos’è il SIS
Il sistema d’informazione Schengen (SIS) è una banca dati comune ai Paesi dell’Unione Europea, utilizzata per la sicurezza e la gestione delle frontiere in Europa.
E cioè, per quanto riguarda i cittadini stranieri, nel SIS possono essere inserite persone extra UE al fine di evitarne l’ingresso nell’Unione Europea.
A titolo esemplificativo, può essere inserito nel SIS:
- chi ha subito una condanna ad almeno un anno di carcere o se vi sia motivo di ritenere che lo straniero abbia o possa commettere reati particolarmente gravi;
- chi abbia violato le norme in materia di ingresso o soggiorno in tali Stati;
- quando il permesso di soggiorno viene rifiutato o revocato e viene disposta l’espulsione dello straniero.
In tali casi, le informazioni saranno visibili ed utilizzabili da parte degli altri Stati membri per il rilascio dei visti e dei documenti di soggiorno.
Per cancellarsi dal SIS deve essere inoltrata una richiesta all’autorità che ha effettuato la segnalazione.
Ricorso avverso diniego del visto di ingresso
In caso di richiesta di visto rifiutata, è possibile presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento.
Il ricorso deve essere presentato da un avvocato italiano iscritto all’albo.
Il ricorso deve essere redatto in forma scritta e deve contenere i seguenti elementi:
- l’indicazione del Tribunale Amministrativo competente;
- i dati anagrafici del ricorrente;
- l’indicazione del provvedimento impugnato;
- le motivazioni del ricorso;
- la richiesta di annullamento del provvedimento impugnato.
Le motivazioni del ricorso devono essere specificate e devono dimostrare che il diniego del visto è illegittimo o ingiustificato. Ad esempio, il ricorrente può dimostrare di avere i requisiti necessari per ottenere il visto, di non avere intenti migratori o di avere legami con il proprio paese di origine che lo spingano al rientro.
Se il ricorso viene accolto, il provvedimento di diniego del visto viene annullato e il ricorrente otterrà un visto di ingresso.
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Come dimostrare che il diniego del visto è illegittimo o ingiustificato
Per dimostrare che il diniego del visto è illegittimo o ingiustificato, il ricorrente deve fornire al tribunale le prove necessarie a dimostrare la fondatezza delle sue motivazioni.
Le prove possono essere di vario tipo, come documenti ufficiali, testimonianze di persone terze o perizie.
Ad esempio, se il diniego è basato sulla mancanza dei requisiti necessari, il ricorrente può fornire al tribunale i documenti che dimostrano di avere tali requisiti.
Se il diniego è basato sulla presenza di rischi per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato, il ricorrente può fornire al tribunale le prove che dimostrano che non è un pericolo per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato.
In caso di diniego del visto di ricongiungimento familiare, è importante rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto dell’immigrazione per avere maggiori informazioni sulle possibilità di presentare un ricorso e per ottenere il supporto necessario per redigere il ricorso e dimostrare la fondatezza delle motivazioni.
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Domande frequenti
Quanto tempo ci vuole per avere il visto di ingresso?
I tempi previsti dalla normativa variano a seconda del tipo di visto e spesso dalla nazionalità del richiedente.
Per i visti Schengen (cioè per brevi soggiorni) occorrono 15 giorni, prorogabili in casi specifici, fino a 60 giorni. (art. 23 comma 3 codice visti).
Per i visti nazionali (cioè per lunghi soggiorni), se l’istanza è valutata ricevibile e dopo gli accertamenti previsti, la Rappresentanza diplomatico-consolare rilascia il visto entro 90 giorni dalla richiesta (30 gg. per lavoro subordinato, 120 per lavoro autonomo).
Cosa succede se il visto scade mentre sono in Italia?
L’art. 10 bis D.Lgs 286/98 prevede che chiunque si trattenga nel territorio dello Stato senza un valido titolo di soggiorno, come ad esempio un visto turistico scaduto, può essere punito con una multa che va da 5.000 a 10.000€.
Inoltre, se si rimane in Italia irregolarmente può essere emesso un decreto di espulsione.
Chi concede il visto di ingresso?
L’autorità italiana (Ambasciata o Consolato) presenti nel Paese di origine.
Cosa fare se il visto viene rifiutato?
Rivolgiti subito ad un avvocato per fare il ricorso contro l’Autorità che ha emesso il rigetto.
Si può trasformare il visto turistico in un permesso di soggiorno?
Solo in casi specifici, puoi leggere l’approfondimento su questo link.
Come tutelarsi dal rigetto del visto?
In base alla tipologia di visto che è stata rigettata, sarà necessario presentare ricorso al Tribunale Amministrativo o al Tribunale civile di Roma, tramite un avvocato.
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Avvocato del foro di Palermo, fondatrice dello Studio Legale Info Immigrazione – Avv. Giulia Vicari. Socia A.S.G.I.