Il Governo italiano ha deciso di aumentare le quote per l’ingresso di lavoratori stranieri in Italia nell’anno 2023.
Più nello specifico, l’art. 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 luglio 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 agosto, ha stabilito 40.000 nuove quote in più destinate al lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero.
Le domande verranno quindi trattate secondo l’ordine cronologico di arrivo, a partire dal click day dello scorso marzo.
Paesi compresi nel Decreto Flussi
Come chiarito dalla circolare congiunta n. 4550 del 10 agosto 2023 dei Ministeri dell’Interno, del Lavoro, del Turismo e dell’Agricoltura, le quote integrative di cui all’art. 1 riguardano i lavoratori subordinati stagionali non comunitari cittadini di:
- Albania;
- Algeria;
- Bangladesh;
- Bosnia-Herzegovina;
- Corea (Repubblica di Corea);
- Costa d’Avorio;
- Egitto;
- El Salvador;
- Etiopia;
- Filippine;
- Gambia;
- Georgia;
- Ghana;
- Giappone;
- Guatemala;
- India;
- Kosovo;
- Mali;
- Marocco;
- Mauritius;
- Moldova;
- Montenegro;
- Niger;
- Nigeria;
- Pakistan;
- Perù;
- Repubblica di Macedonia del Nord;
- Senegal;
- Serbia;
- Sri Lanka;
- Sudan;
- Tunisia;
- Ucraina.
Nell’ambito delle 40.000 quote, 1.000 sono riservate ai lavoratori non comunitari, cittadini dei Paesi sopra indicati, che abbiano fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti e per i quali il datore di lavoro abbia presentato richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale.
Stesse regole del decreto flussi 2022-2023
Per l’invio delle nuove domande, valgono le stesse regole previste per il decreto flussi 2022-23 con gli stessi documenti che dovranno essere allegati alla domanda.
Viene inoltre chiarito che:
- trascorsi 30 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del D.P.C.M. senza che siano emerse le ragioni ostative di cui all’art. 24 del d.lgs. n. 286/1998, il nulla osta, verrà rilasciato automaticamente ed inviato in via telematica, anche alle Rappresentanze diplomatiche italiane dei Paesi di origine. Quest’ultime, entro 20 giorni dovranno rilasciare il visto di ingresso (art. 42, comma 3, decreto legge n. 73/2022);
- gli Ispettorati Territoriali del Lavoro non svolgono più le verifiche relative alle condizioni contrattuali e alla capacità economica del datore di lavoro (fatti salvi eventuali controlli a campione con l’Agenzia delle Entrate).
Le verifiche verranno effettuate da professionisti quali i consulenti del lavoro, gli avvocati o i dottori commercialisti ed esperti contabili che rilasceranno, in caso di esito positivo, l’asseverazione da allegare alla domanda di decreto flussi
Domande frequenti
Quali sono i documenti necessari da allegare alla domanda di decreto flussi?
Come si invia la domanda di decreto flussi?
Quanto tempo ci vuole per il decreto flussi 2023?
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