Data ultimo aggiornamento: 29.09.2024
Diniego del visto per ricongiungimento familiare: cosa fare e quando è illegittimo
Il ricongiungimento familiare rappresenta un diritto fondamentale che permette ai cittadini stranieri di ricongiungersi con il proprio nucleo familiare in Italia.
Tuttavia, può accadere che la richiesta di visto per ricongiungimento familiare venga respinta.
In questo caso, è importante conoscere le motivazioni del diniego e le possibili azioni da intraprendere per tutelare i propri diritti.
Se la richiesta di visto per ricongiungimento familiare viene rifiutata, è possibile presentare ricorso al Tribunale civile di Roma. Il ricorso deve essere presentato da un avvocato italiano iscritto all’albo degli avvocati.
Quando viene negato il visto per ricongiungimento familiare
I motivi più comuni per cui il visto di ricongiungimento familiare può essere negato sono i seguenti:
- mancanza dei requisiti necessari. Il richiedente deve dimostrare di avere i requisiti necessari per ottenere il visto, come un rapporto familiare con il familiare presente in Italia, un reddito sufficiente a garantire il sostentamento del familiare da ricongiungere, un alloggio adeguato e un’assicurazione sanitaria.
- presenza di rischi per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato. Il richiedente può essere considerato un pericolo per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato se ha precedenti penali o se è sospettato di terrorismo o di altri reati gravi.
Ricorso ricongiungimento familiare
In caso di diniego del visto di ricongiungimento familiare, è importante rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto dell’immigrazione al fine di presentare il ricorso e dimostrare la fondatezza delle motivazioni. Infatti, se la richiesta di visto per ricongiungimento familiare viene rifiutata, il cittadino straniero ha la possibilità di presentare ricorso per tutelare i propri diritti.
Vediamo nel dettaglio come funziona la procedura di ricorso.
Come presentare ricorso contro il diniego del visto per ricongiungimento familiare
Il ricorso può essere presentato per i seguenti motivi:
- vizi formali del provvedimento di diniego;
- violazione delle norme di legge o dei regolamenti comunitari;
- eccesso di potere da parte dell’Amministrazione.
Spetterà all’avvocato, insieme alla collaborazione del suo cliente, provare i fatti e le circostanze che legittimano l’accoglimento del ricorso.
Termini ricorso rigetto visto ricongiungimento familiare
Per i ricorsi avverso il rigetto di visto per ricongiungimento familiare non sono previsti termini e/o scadenze dalla data in cui è stato emesso il rigetto: è possibile cioè presentare ricorso in qualunque momento poiché è il diritto all’unità familiare ad essere tutelato e quest’ultimo non può essere soggetto ad alcuna scadenza.
Ricorso avverso diniego del visto per ricongiungimento familiare competenza
Nel caso in cui sia stata presentata domanda di visto per ricongiungimento familiare e l’esito è negativo, è necessario presentare ricorso dinnanzi il Tribunale ordinario di Roma, poiché l’Amministrazione che adotta l’atto è il Ministero degli Esteri.
L’art. 30 comma 6 D.Lgs 286/98 dispone infatti che “contro il diniego del nulla osta al ricongiungimento familiare e del permesso di soggiorno per motivi familiari, nonché contro gli altri provvedimenti dell’autorità amministrativa in materia di diritto all’unità familiare, l’interessato può proporre opposizione all’autorità giudiziaria ordinaria. L’opposizione è disciplinata dall’articolo 20 del decreto legislativo 1° settembre 2011, n. 150.”
Contatta l’avvocato
È importante ricordare che queste informazioni sono solo indicative e non possono sostituire una completa consulenza legale.
In caso di diniego del visto per ricongiungimento familiare puoi contattarmi, tutelerò al meglio i tuoi diritti, verificando la correttezza della documentazione ed assistendoti fino all’ottenimento del visto per ricongiungimento familiare.