Il ricongiungimento familiare è una procedura che consente ai cittadini extracomunitari residenti all’estero, di riunirsi con i propri familiari presenti in Italia e regolarmente soggiornanti.
Qui puoi leggere nel dettaglio cos’è il ricongiungimento familiare, qual è la procedura da seguire e per quali parenti si può richiedere.

Come fare il ricongiungimento con un cittadino italiano

È la Direttiva 2004/38/CE, recepita dal nostro ordinamento con il D.Lgs del 6 febbraio 2007 n. 30, a disciplinare questa fattispecie.
A differenza del ricongiungimento familiare tra cittadini extracomunitari, la procedura prevista per il ricongiungimento con un cittadino italiano è molto più semplice e rapida.
Non è infatti necessario ottenere il nulla osta da parte dello Sportello Unico Immigrazione, ma il familiare extraUE deve fare richiesta di visto presso il consolato o l’ambasciata del paese nel quale intendono recarsi.

Il cittadino italiano o comunitario non ha quindi bisogno di inoltrare la domanda per il ricongiungimento familiare, né deve dimostrare i requisiti di reddito e alloggio.
Deve richiedere un specifico visto di ingresso presso l’Ambasciata/Consolato di Italia nel paese d’origine o di provenienza del familiare.

Attenzione: non è detto che venga rilasciato un visto per motivi familiari come avviene normalmente per il ricongiungimento, ma potrà essere rilasciato anche un visto turistico. In questo caso, la documentazione relativa alla parentela dovrà essere esibita anche in Questura una volta giunti in Italia.

Visto per coniuge di cittadino italiano

Come anticipato, il coniuge di cittadino italiano può richiedere un visto di ingresso presso l’Ambasciata italiana del Paese di origine o di stabile residenza. Tuttavia, per consentire l’ingresso del coniuge, potrebbe essere rilasciato semplice visto turistico.

Infatti, in base alla Circolare del Ministero dell’Interno del 6 agosto 2013 n. 26215, le autorità diplomatiche, dopo avere verificato il vincolo di parentela/coniugio con il cittadino UE, potranno rilasciare un visto Schengen di breve durata di tipo C, fino a 90 giorni, con ingressi multipli.

I visti a favore dei familiari di cittadini dell’UE sono rilasciati gratuitamente e con priorità rispetto alle altre richiesta (art. 5 comma 3 D.Lgs 30/2007).

Rigetto visto per coniuge di cittadino italiano

Nel caso in cui l’autorità diplomatica rigetti la domanda di visto per coniuge di cittadino italiano, è necessario contattare un avvocato.
Le Ambasciate ritengono spesso che le unioni fra cittadini UE ed extraUE siano matrimoni di comodo, contratti esclusivamente al solo fine di consentire l’ingresso dello straniero in Italia.
In questi casi, è necessario fare ricorso al Tribunale di Roma per ottenere il diritto all’ingresso del proprio coniuge.

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Quali familiari il cittadino italiano può portare in Italia

Il dlgs n. 30 del 2007 rubricato “Attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri”, agli articoli 2 e seguenti, stabilisce che si può ricongiungere con un cittadino dell’Unione:

  • il coniuge del comunitario o il partner unito civilmente. Non è richiesto il requisito della convivenza (sentenza 13 febbraio 1985, causa 267/83, Diatta);
  • i discendenti diretti (figli, anche adottati o affidati, nipoti ecc.) di età inferiore a 21 anni, o a carico, e quelli del coniuge o partner dello stesso sesso unito civilmente;
  • gli ascendenti diretti (genitori, nonni) a carico, e quelli del coniuge, o partner dello stesso sesso unito civilmente;
  • ogni altro familiare, qualunque sia la sua cittadinanza che, se è a carico o convive, nel paese di provenienza, con il cittadino dell’Unione titolare del diritto di soggiorno o se per gravi motivi di salute, deve farsi assistere dal cittadino dell’Unione (es. cugini-nipoti, vedi Sentenza Cort. Giust. del 15.09.2022 causa C-22/21);
  • il partner (conviventi di fatto) con cui il cittadino dell’Unione Europea abbia una relazione stabile, debitamente attestata da documentazione ufficiale.

Cosa significa ‘ogni altro familiare’

E’ incluso in tale categoria anche il minore affidato con Kafala ad un cittadino UE che quindi non rientra nella nozione di discendente diretto di cui all’art. 2, punto 2, lett. c) dir. 2004/38.
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno qualificato il minore affidato con kafalah al cittadino italiano come “altro familiare” ai sensi dell’art. 3 del d.lgs. 30/2007 (Cass. – SU 10.07.2012/16.09.2013 n. 21108).

Cosa significa ‘familiare a carico’

  • “il fatto che un cittadino dell’Unione deve effettuare regolarmente, per un periodo considerevole, il versamento di somme di denaro al proprio discendente, necessario a quest’ultimo per sopperire ai suoi bisogni essenziali nello Stato di origine, è idoneo a dimostrare la sussistenza di una situazione di dipendenza reale di tale discendente rispetto a detto cittadino (…) per contro, non è necessario stabilire quali siano le ragioni di tale dipendenza e, quindi, del ricorso a detto sostegno”;
  • non rileva il fatto che un familiare sia considerato dotato di ragionevoli possibilità di reperire occupazione né che intenda lavorare nello Stato membro ospitante. Sentenza Reyes del 16.01.2014, causa C-423/12.

Documenti richiesti per ricongiungimento con cittadino italiano

Il familiare extraUE deve includere, unitamente alla domanda di visto, i seguenti documenti:

  • passaporto in corso di validità;
  • certificati dimostrativi del rapporto matrimoniale/unione civile ed il rapporto di parentela fino al secondo grado con il cittadino italiano;
  • copia della dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà del coniuge straniero di cittadino italiano/partner o familiare del cittadino italiano circa lo stato di convivenza con il richiedente il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare con cittadino italiano;
  • copia di un documento d’identità del coniuge/partner con il quale il cittadino italiano chiede ricongiungimento familiare.

Ingresso in Italia

I familiari extracomunitari del cittadino dell’Unione – entro tre mesi dall’ingresso nel territorio nazionale – potranno richiedere alla Questura competente per territorio di residenza la «Carta di soggiorno di familiare di un cittadino dell’Unione» cha avrà validità di 5 anni.
Più nello specifico, lo straniero entro tre mesi dall’ingresso nel territorio nazionale potrà:

  • procedere all’iscrizione anagrafica nel Comune di residenza;
  • richiedere alla competente Questura, la Carta di soggiorno per familiari UE, presentando i documenti richiesti dal D.Lgs. 30/2007.

Attenzione: è possibile che le Questure, come primo permesso, rilascino un permesso per motivi familiari della durata di 2 anni ex art. 19 d.lgs. 286/98.
Successivamente potrà procedersi alla richiesta di carta di soggiorno.

Documenti necessari per la Carta di soggiorno per familiare dell’UE

L’art. 10 del Decreto del 2007 stabilisce che per il rilascio della Carta di soggiorno sono necessari:

  • marca da bollo da €16.00;
  • passaporto o documento equivalente, in corso di validità;
  • documento rilasciato dall’autorità competente del Paese di origine o provenienza che attesti la qualità di familiare e, qualora richiesto, di familiare a carico ovvero di membro del nucleo familiare ovvero del familiare affetto da gravi problemi di salute, che richiedono l’assistenza personale del cittadino dell’Unione, titolare di un autonomo diritto di soggiorno;
  • documento di identità del cittadino italiano/comunitario;
  • dichiarazione di ospitalità;
  • certificato di stato di famiglia del cittadino italiano/comunitario (rilasciato dal comune di residenza);
  • dichiarazione di convivenza;
  • attestato della richiesta d’iscrizione anagrafica del familiare cittadino dell’Unione;
  • dimostrazione di risorse economiche sufficienti dello straniero o del cittadino dell’Unione se il richiedente è a suo carico (in caso di mancata dimostrazione del reddito, verrà rilasciato un permesso di 2 anni);
  • 4 fototessere.

La Carta di soggiorno rimarrà valida anche in caso di:

  • assenze temporanee del titolare non superiori a sei mesi l’anno,
  • assenze di durata superiore per l’assolvimento di obblighi militari ovvero di assenze fino a dodici mesi consecutivi per rilevanti motivi, quali la gravidanza e la maternità, malattia grave, studi o formazione professionale o distacco per motivi di lavoro in un altro Stato.

L’interessato, per evitare che la Carta di soggiorno perda di validità, dovrà esibire la documentazione diretta a giustificare l’assenza dallo Stato italiano.

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Carta di soggiorno permanente

Prima della scadenza dei 5 anni, è possibile ottenere dalla Questura competente, una carta di soggiorno permanente, che dovrà essere rilasciata entro 90 giorni dalla richiesta.

Per ottenerla, bisogna dimostrare di aver soggiornato legalmente in via continuativa per 5 anni in Italia unitamente al cittadino dell’Unione.

Domande frequenti sul ricongiungimento con cittadino italiano

Sono necessari requisiti di reddito e alloggio?

No, per il ricongiungimento familiare con il cittadino italiano non è necessario la dimostrazione di alcun reddito, né che la propria abitazione sia conforme ai requisiti previsti per l’idoneità alloggiativa, né presentare l’assicurazione sanitaria.
Tuttavia, per il rilascio della Carta di soggiorno per il familiare di cittadino dell’Unione, sarà necessario dimostrare le proprie capacità economiche in Italia.

Il divorzio e l’annullamento del matrimonio dei cittadini dell’Unione incidono sul diritto di soggiorno dei loro familiari?

Secondo l’art. 12 del D.Lgs del 2007, il divorzio e l’annullamento del matrimonio con il cittadino dell’Unione non comportano la perdita del diritto al soggiorno a condizione che:

  1. abbiano acquisito il diritto al soggiorno permanente;
  2. il matrimonio è durato almeno tre anni, di cui almeno 1 anno nel territorio nazionale, prima dell’inizio del procedimento di divorzio o annullamento;
  3. il coniuge non avente la cittadinanza di uno Stato membro ha ottenuto l’affidamento dei figli del cittadino dell’Unione in base ad accordo tra i coniugi o a decisione giudiziaria;
  4. l’interessato risulti parte offesa in procedimento penale, in corso o definito con sentenza di condanna, per reati contro la persona commessi nell’ambito familiare;
  5. il coniuge non avente la cittadinanza di uno Stato membro beneficia, in base ad un accordo tra i coniugi o a decisione giudiziaria, di un diritto di visita al figlio minore, a condizione che l’organo giurisdizionale ha ritenuto che le visite devono obbligatoriamente essere effettuate nel territorio nazionale, e fino a quando sono considerate necessarie.

Il decesso del cittadino dell’Unione o la sua partenza dal territorio nazionale incidono sul diritto di soggiorno dei suoi familiari?

Secondo l’art. 11 del D.Lgs del 2007, il decesso o la partenza del cittadino dell’Unione non comportano la perdita del diritto al soggiorno a condizione che:

  1. abbiano acquisito il diritto al soggiorno permanente;
  2. abbiano soggiornato nel territorio nazionale per almeno un anno prima del decesso del cittadino dell’Unione;
  3. dimostrino di esercitare un’attività lavorativa subordinata od autonoma;
  4. dispongano per sé e per i familiari di risorse sufficienti per non divenire un onere per il sistema di assistenza sociale dello Stato;
  5. dispongano di una assicurazione sanitaria che copra tutti i rischi nello Stato;
  6. dimostrino di fare parte di un nucleo familiare, già costituito nello Stato, cui una persona soddisfi tali condizioni.

Il diritto di ingresso e soggiorno dei familiari dei cittadini dell’Unione può essere limitato?

Si, per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza.

Ho la cittadinanza italiana, posso portare mia moglie in Italia?

Si, il coniuge rientra tra le categorie di familiari che si possono ricongiungere.

Ho la cittadinanza italiana, posso portare mia sorella in Italia?

Si, in virtù dell’art. 3 del dlgs n. 30/2007 il cittadino italiano può ricongiungersi con “ogni altro familiare, qualunque sia la sua cittadinanza, se è a carico o convive, nel paese di provenienza, con il cittadino dell’Unione titolare del diritto di soggiorno a titolo principale o se gravi motivi di salute impongono che il cittadino dell’Unione lo assista personalmente”.

Quindi, per portare un fratello o sorella in Italia sarà necessario dimostrare che viene mantenuto dal cittadino italiano oppure devono sussistere, in capo al cittadino extraUE, gravi motivi di salute.

Sono italiano, posso portare mia suocera in Italia?

Si, puoi ottenere per tua suocera o tuo suocero un permesso di soggiorno per motivi familiari o la carta di soggiorno di 5 anni. La proceduta di ricongiungimento è la stessa  di quella descritta in questo articolo.

Mio fratello è italiano e io sono irregolare, posso ottenere un permesso di soggiorno?

Si se vivete insieme. Su questo articolo ti spieghiamo nel dettaglio la procedura.

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17 commenti
  1. Salve..Sono sposata dal più di 10 anni. Con un cittadino italiano ..vorrei fare richiesta della mia cittadina per motivi familiare.. Ho permesso di soggiorno illimitato. Devo fare corso di livello B1.

  2. Salve , sono un cittadino italo algerino , e vorrei portare la mia mamma in Italia , cosa deve portare con lei dal paese d’origine, già ha ottenuto il visto d’ingresso, volevo sapere soltanto cosa deve portare come documenti, magari un foglio che dimostra che sono il suo figlio , grazie e buona giornata

  3. Buonasera,
    Mi sono sposato in Ecuador con una ragazza del posto. Matrimonio civile. Sono tornato qui in Italia per registrare il matrimonio presso il mio comune di appartenenza, cosi da richiedere il visto di ingresso in Italia per mia moglie.
    Una volta ottenuto l’atto di matrimonio dal mio comune, come devo procedere? Devo richiedere il Nulla Osta?

  4. Salve sono un padre di un figlio maggiorenne cittadino italiano
    voglio chiedere il visto per venire in Italia dalla tunisia come posso fare
    Grazie in anticipo

  5. Buongiorno, sono italiano e mia moglie vive in Gambia. Il consolato richiede mia documentazione per ricongiungimento familiare. Quali documenti esattamente devo far avere a mia moglie per poi richiedere il visto al consolato? Grazie, distinti saluti

  6. Salve io vorrei sposare la mia ragazza filippina e poi vorrei portarla qua in Italia cosa devo fare poi devo presentare il mio reddito annuo e se sapete quanto tempo ci vuole dopo il matrimonio per poter fare in modo che lei venga qui? Attendo una vostra risposta grazie

  7. Ciaoo. Je suis marié à une italienne.Je n arrive pas à obtenir les informations nécessaires pour demander un visa de regroupement familial.dites nous concrètement quels sont documents a fournir ? Je vis dans un pays francophone. Tantôt, on exige la copié integrale legalisee de l acte de mariage.tantot on exige aussi un certificat de non divorce… Et récemment c est le passeport légalisé du citoyen italien qu on doit joindre à la demande. Pourquoi tout ce mutisme autour pour avoir les bonnes informations ? Les consulats sont quasiment innacessibles. Pourquoi tant de mystère ?

  8. Salve, sono una cittadina italiana mio marito è marocchino ma vive in Turchia per studio, devo fare richiesta di nulla osta per farlo venire in Italia? E se è ancora in attesa di permesso di soggiorno in Turchia può fare richiesta del visto li oppure direttamente dal suo paese di origine? Grazie mille a chi vorrà rispondere

  9. Buongiorno io vorrei richiedere informazioni, io e mia madre siamo cittadine Italiane vorremmo portare dell’Ecuador mia zia quindi sorella di mia madre e mia cugina quindi nipote di mia madre, come si potrebbe fare per il ricongiungimento famigliare

  10. Buongiorno vorrei sapere se posso portare mia sorella che abita in Ecuador ( da parte della mamma) qui a vivere in Italia, purtroppo la situazione per noi ecuadoregni non è delle migliori.
    Ho la cittadinanza Italiana e ho un lavoro partime, vivo con mio figlio 13enne.

    Grazie dell’attenzione.

  11. Buongiorno. Sono cittadina italiana sposata da tanti anni. Mio marito è un extracomunitario, lavora per una multinazionale francese e per motivi di lavoro sta a Dubai. Sono proprietaria di un appartamento dove risiedo.
    La mia domanda è: mio coniuge potrebbe ottenere il permesso di soggiorno e residenza nel nostro appartamento in Italia, nonostante che avrà un distacco dall’Italia per motivi di lavoro? Posso iniziare a fare alla sua assenza o ci vuole per forza la sua presenza (lui viene in agosto) ?
    Grazie in anticipo.

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